|
|
|
|
Utah: enormi potenzialità, ma ... |
|
... a 26 ore di viaggio da casa, Dimitri ci mostra dove voleremo domattina: Google Earth su di un nuovissimo PC con ADSL a 20mega ci lascia stupiti ed incantati ... ma andiamo con ordine!!
Lo scorso anno ho accolto la richiesta via e-mail di Dimitri: voleva volare in Italia e gli serviva un delta in affitto ed una guida per i siti di volo.
Dall'Utah alle Alpi per un brillante ingegnere russo emigrato negli USA appena 18enne e che ora, a 26 anni, ha imparato a volare. Un ragazzo per il quale il mondo sembra troppo piccolo, con la libertà negli occhi ed un sorriso gentile.
Abbiamo volato insieme, nelle nostre zone, in Piemonte e Lombardia, poi una tappa a Fiesch: "il mio più bel volo", mi dirà in seguito. Alla fine delle due settimane Dimitri mi strappa una promessa: andare a volare con lui in Utah!!
Ore 23,45, Agosto 2005 ... eccoci qui, a Salt Lake City, Marco (Sgheby), Paolo (Bob Rock), Gianna (mia inseparabile moglie) ed io, stravolti dal viaggio, non andare a riposare per pianificare la giornata seguente insieme a Dimitri ... Fantastico!!
La mattina seguente, complice il fuso orario, alle 7 siamo tutti svegli: colazione all'americana (ma quanto sono grandi i frigoriferi? il succo di frutta in tanica da 1 gallone…!!!) e via sulla High Way a 5 corsie in direzione sud verso il nostro appuntamento con Pete.
Dimitri è incredibile: per 100$ al giorno ci ha procurato il delta, un istruttore di volo (Pete, che ci accompagnerà a volare), un recuperatore per l'auto (Mike, autista di camion ... si, quelli coast to coast, con la bandana in testa) ed infine un "Suburban" (un mega SUV, 6500 C/C benzina, che trasportava 9 persone, 7 delta + imbraghi ed un frigo da 80 litri, con ogni ben di Dio, nel baule).
Ci incontriamo a Point of the Mountain: praticamente una collinetta di 50 m., piatta sulla sommità, dove il vento a 30/40 km/h permette di fare dinamica, a volte, per ore; sito molto frequentato e rinomato per la praticità e l'uniformità di condizioni meteo (ci fanno dinamica anche di notte: vedere su U-Tube), ideale per noi per provare i delta.
Pete ci mostra le nostre ali, in perfetto stato anche se datate (Wills Wing HP AT) e ci fa compilare i moduli di assicurazione e le liberatorie. La burocrazia negli USA è di una semplicità disarmante: si basa sul principio che la sincerità è tutto (Clinton ne sa qualcosa), loro ti credono, ma non sbagliarti e non dichiarare il falso, perché in caso di verifiche allora sorgono enormi problemi e le conseguenze possono essere veramente pesanti.
Ognuno di noi ha dichiarato il proprio livello di capacità ed in base a quello Pete ci ha condotto ai decolli a noi idonei (sono tutti classificati…!!): se, per es., ti fai male in un decollo per esperti e tu ti riveli un "pollo", non solo non hai più la copertura assicurativa, ma probabilmente finisci anche in galera ...
In breve Dimitri è in volo sopra le nostre teste e ci incita a far presto: montare un delta sconosciuto è sempre un'operazione da effettuare con calma, anche se Pete ci assiste.
La mia ala si rivela leggermente piccola come taglia, ma, penso, "meglio così": mi aspetto condizioni forti qui in Utah e la cosa mi piace.
Decolla Sgheby e galleggia nella dinamica, ma ho l'impressione che il vento stia calando così decollo subito anch'io: un passo e sono in volo, l'aria è calma e la dinamica dolcissima, ma il mio HP AT 145 porta poco ed in breve sono a terra.
L'atterraggio non è stato impeccabile così decido di risalire a piedi con il delta in spalla per poter familiarizzare meglio con lo stallo finale: mi vengono in mente i primi voli in campetto anche se il vento a 30 Km/h ed il caldo secco (almeno 35°) mi ricordano dove sono.
Mentre risalgo, vedo decollare Bob, che si piazza con gli altri nella zona ascendente, ma anche Dimitri è sceso a livello decollo ed il vento non "porta" più come prima. Ridecollo da circa metà pendio e capisco che dovrò essere molto accorto con quest'ala per evitare di far danni in atterraggio.
In breve siamo tutti a terra: oggi la dinamica non è stata all'altezza della fama del sito, ma non importa, dovevamo solo provare questi delta. Tutti a pranzo in una "Panineria" all'americana: qui tutto è fuori misura ed i panini non possono essere da meno!! 40 cm. di ottimo pane e la possibilità di metterci dentro di tutto: antipasto, primo, secondo, contorno, etc...
Non dimenticherò mai la faccia della ragazza al banco quando ho chiesto "Please, no sauce": c'erano almeno 10 qualità di coloratissime salse e loro, gli americani, riescono a metterne anche 3 qualità diverse sul panino, naturalmente in quantità industriale.
Credo abbia pensato che venissi da qualche pianeta sconosciuto … "niente salse ????? "Ho fatto fatica a convincerla ... Quasi mi arrestano, alla fine del bancone, quando dico alla seconda ragazza "Please, no ice" nel bicchierone della bevanda: la normalità è metà bevanda e metà ghiaccio in un bicchiere da 75 cl!!! Mi hanno fatto capire che non sono "normale" ... bere acqua e senza ghiaccio ... ma Pete è intervenuto a dire che siamo italiani ... ho evitato la galera!! Meno male che Bob e Sgheby sono un pò più "americani" nelle loro abitudini ... Il pomeriggio Pete ci propone un volo vero a Francis Peak: detto, fatto, la comitiva si muove col "Suburban" su strade sterrate per più di un'ora e mezza fino al decollo.
L'Utah si trova sul "Colorado Plateau", un altopiano enorme che comprende anche Colorado, Arizona e New Mexico, la cui altitudine media è circa 1400 m. slm, da cui si innalzano catene di monti separate tra loro, con una direttrice prevalente N – S, sembrano dorsi di dinosauro più o meno lunghi che spuntano da una pianura.
Salt Lake City si trova a 1500 m. ed il Great Salt Lake a 1400 m. circa, entrambi sconfinati: la città (1.500.000 ab) ha una piccola Down Town di grattacieli, ma il resto è una distesa di villette unifamiliari a perdita d'occhio, tutte simili in vie e quartieri tutti uguali, eleganti, pulitissimi ed ordinatissimi.
Giunti in decollo il panorama è mozzafiato: siamo a 2800 m. sulla cresta di una catena orientata Nord Sud, ore 16 circa, vento a 40 km/h da Ovest, sotto di noi una cittadina ed il grande lago salato sullo sfondo ... che meraviglia!!
Montiamo i delta con impazienza, il decollo è perfetto (prato con inclinazione ideale), la condizione è ottimale e prevedo un gran volo, ma Pete ci informa che, vista la vicinanza di un radiofaro per i voli di linea, non si potrà salire oltre i 3000 m.!!! ... !!!
Sono il primo in decollo, due passi per sicurezza (non servirebbero, visto il vento, ma siamo a 2800) e parto come un tappo di Champagne in una dinamica forte e tranquilla: avviso per radio gli altri che non c'è turbolenza, mi dirigo verso un costone e, come da manuale, incontro "la termica".
Dal +3 della dinamica mi trovo in un +6 grande come una casa, senza la turbolenza di entrata, giro inclinando appena e non serve nemmeno chiudere nel lato sottovento … il rateo aumenta ancora, ma il vario segna 3000 ... devo uscire!!!
E' stata la prima volta che ho provato dispiacere in volo ... chissà dove portava quella magnifica corrente ascensionale ... In breve siamo tutti in volo a godere di questo volo straordinario, ma allo stesso tempo frustrante, scorrazziamo lungo la cresta cercando di non sforare la quota prestabilita, godendoci questo panorama fantastico e l'aria calda e potente che sostiene le nostre ali.
Possiamo allontanarci dal pendio per 4/500 m. rimanendo sempre nella fascia ascendente: quest'aria arriva dal deserto intorno al lago salato e si associa al vento meteo da Ovest che deve scavalcare la dorsale montuosa creando una condizione davvero fantastica ... peccato.
Atterriamo nel prato all'inglese di un parco giochi in una zona residenziale di Farmington, tra le piscine delle villette a schiera, sembra di essere in un telefilm americano; non appena atterra Pete, mi avvicino sorridente e "Please, tomorrow no limits fly !!! Mi sorride, comprende ed annuisce.
Dimitri e gli altri, che mi conoscono, ridono ... sanno quanto mi è costato oggi essere ligio alle regole.
L'indomani alle 9,00 siamo da Pete: ci sono altri 3 amici per volare insieme a Commodore, località a SO di Salt Lake City, a sud del lago salato.
Siamo in 9 sul SUV, fuori 38°, dentro 20° e noi abbiamo la felpa sulle spalle, Gianna mi chiede la giacca di volo e Dimitri ride ... sono pazzi questi americani!!!
Alle 10,30 ci fermiamo per rifornirci di viveri: scendiamo, 40° e dentro il minimarket della stazione di servizio 18° ... è da congestione, ma nessuno fa una piega ... cerchiamo di sdrammatizzare ... ci scambiamo uno sguardo di intesa quando Mike esce dal locale con un Hot Dog da 1 Kg coperto di salsa rossa e gialla ed una Coca Cola da litro (½ ghiaccio).
Dimitri ride ... se non vedi, non credi!! Dopo mezz'ora arriviamo e Pete ci mostra due zone di atterraggio intorno a Bauer, dopodiché ci avviamo verso il decollo: 90 min di sterrato e giungiamo su di un pianoro situato a metà di una cresta che sale verso la cima. Siamo a 2680 e sotto di noi, a sud, una enorme piana semidesertica circondata da monti: sembra il piano grande di Castelluccio al quadrato, ma più secco ed i primi cumuli a "padellone" sono a quote stratosferiche.
Sono talmente alti che li scambio per altostrati e mi dico "Mah, speriamo bene". Siamo in 6 a volare oggi, poiché Bob ha i postumi del Jet Lag e il mal di testa lo affligge, tutti montano concentrati, Pete compreso; io osservo di continuo la manichetta ed il cielo sopra di noi: fa caldo, ci sono cicli termici, ma non forti e nessun cumulo sopra le nostre teste, ciononostante tutti ascoltiamo trepidanti il briefing di Pete.
Ho la sensazione che sarà un grande volo e l'impressione che tutti la pensino come me, anche se le premesse sembrano povere: probabilmente loro sanno qualcosa in più ...
La schiena di dinosauro dove ci troviamo ha una lunghezza di circa 40 km., sempre orientata N-S, ad Est la piana di Salt Lake City, ad ovest colline ed una base militare (che dovrebbe essere segreta).
Siamo tutti pronti, ma il più impaziente sono io, così mi piazzo in decollo ed attendo il ciclo giusto: eccolo, una bella corsa e via!! Volare ... che gioia ogni volta ... senza pensare mi dirigo a dx del decollo e subito un + 1,5 tranquillo ... giro cercando di sfruttare al meglio la corrente e mi guardo intorno ... sono sulle Montagne Rocciose in Utah ... da casa mi ero ripromesso di fare 6000 m. ... il luogo è veramente straordinario ... ma oggi non è come ieri.
Salgo e la termica si allarga ed aumenta di forza, nessuna turbolenza, solo il mondo sotto di me diventa più piccolo, a 3800 sono all'altezza della cima e sto girando in un +7 con le ali inclinate meno di 30° ... oltre i 4000 inizio a pensare che tra un po' dovrò concentrarmi sulla respirazione, ma per ora non serve ... sotto di me vedo Sgheby che vaga tra una ascendenza ed un'altra, ma non capisco che quota abbia.
A 4600 m. il vario accenna a calare, vedo distintamente il lago salato a nord, la dorsale sotto di me ed un jet di linea ad est, più basso, che scende verso l'aeroporto internazionale; la visibilità è incredibile e posso vedere almeno tre catene di monti verso est.
Quando tocco i 5000 m. inizio a sentire che devo respirare coscientemente e mi stupisco che fino ad ora non sia stato necessario; il vario ora segna 2,5 a salire e vedo che i cumuli a padellone in lontananza sono appena più alti di me ... mi concentro sulla termica.
Per ora lo scopo è salire in paradiso e questa incredibile prima termica del volo mi ci sta portando. Sono attento a tenere il core della termica ed a respirare correttamente ... voglio arrivare alla quota massima possibile e, per la prima volta, vedo un inizio di condensazione sopra di me ... 5100 ... +1.5 ... sono alla fine della fantastica ascensionale, ma non mollo ... salirò fino in cima!!
Mentre salgo gli ultimi metri, mi domando cosa fare di una quota così stratosferica e mi rendo conto che la dorsale sotto di me ( 1700 m sotto ) è "corta" e la potrei percorrere con una semplice planata, ad est c'è il CTR dell'aeroporto, a sud la piana sconfinata senza strade, ad ovest la base militare non sorvolabile ed infine a nord il Lago Salato.
Non mi resta che godermi il panorama mentre il vario segna 5185 m. e smette di cantare ... capolinea ... si scende !! Lo scenario toglie il fiato spaziando dalle catene desertiche verso sud, fino alle prime montagne boscose a nord e la parte asciutta del lago salato, vastissima, è candida come la neve.
Plano estasiato verso nord e la miniera di rame a cielo aperto più grande del mondo e mi rendo conto che, a queste quote, il rateo di discesa è notevole (-3 , -3.5 m/s) e che quest'ala non è come il mio Laminar ST: OK sono a più di 3700 m. sopra l'atterraggio ... che problemi ci sono? Certo se potessi attraversare ed agganciare la catena ad est, potrei arrivare a Francis Peak (circa 100 Km a NO), ma non si può!!!
Trascorro il resto del volo andando a zonzo per la dorsale, appagato dal record di quota (per me) che ho appena stabilito e dalle sensazioni che ne ho avuto. Ricordo anche ora il blu intenso del cielo sopra di me, il fatto di non aver avuto freddo e nemmeno problemi a respirare ... un volo mitico!!
Quando ci incontriamo tutti in atterraggio è un continuo di urla e pacche sulle spalle ed apprendo che solo Pete è arrivato alla quota max di oggi e che anche per lui è record personale ... non si stacca più dal cellulare per comunicarlo agli amici.
Ma, stranamente per noi italiani, l'euforia lascia presto il posto ad una composta allegria e alla freddezza anglosassone e così rientriamo a Salt Lake e ci separiamo per la serata: Sgheby, che conosce gli americani, ci dice che è stato già eccezionale assistere a quei brevi momenti di euforia ... noi festeggiamo all'italiana con Dimitri fino a tardi!!!
In Utah non piove da 80 giorni, così, quando Pete la mattina successiva ci comunica la previsione di temporali per la serata, Dimitri ha un momento di sconforto: sa che probabilmente continueranno per un pò.
Comunque c'è il tempo per un altro volo e ci rechiamo a Camel, a SE di Salt Lake City, al punto più meridionale della catena montuosa che porta a N verso Francis Peak: credo che Pete mi abbia letto nel pensiero e non si stupisce quando gli comunico l'intenzione di fare cross verso nord.
Oggi cumula sui rilievi e siamo tutti veramente carichi ... se il vento fosse da Ovest come l'altro giorno ... WOW.
Il SUV è nuovamente al completo, c'è una ragazza che volerà in biposto con Pete, ma non dà segni di eccitazione ... .americani!!
Solita ora e mezza di sterrato e giungiamo in un piccolo ed arido decollo, a 2400 m., perfettamente orientato a sud e con pendenza ottimale: siamo solo stretti a montare i delta.
Mentre ci prepariamo, noto che Pete osserva di continuo il cielo ed in breve ci comunica: "se per radio dico di scendere, fatelo in fretta" ... vedo in lontananza degli altocumuli verso SO, nulla più e spero che si tratti di eccesso di prudenza.
Mi sento bene, sono concentrato e determinato a sfruttare a pieno la giornata, non ci sono limitazioni di volo verso nord: sono quasi sicuro che potremo fare volo di cross, ma la perplessità di Pete mi dà da pensare.
Alle 12,30 siamo tutti in volo, ma si fatica a star su: trovo finalmente una termichetta, salgo 200 m. sul decollo e, mentre studio dove dirigermi, Pete chiama ... acc ... porc ... gli altocumuli si sono avvicinati, ma non mi sembra un problema ... uno scrollone imperioso mi butta fuori dalla termica ... OK è chiaro che dovrò obbedire!!
Discesa rapida, non c'è motivo di perdere tempo, in breve siamo tutti a terra a Springville e, mentre smontiamo, il vento rinforza gradualmente ... appena chiusa la cerniera della sacca una raffica a 60 km/h ci smuove: la fascia di altocumuli è quasi sopra di noi ed in un punto la base è diventata nerissima in un attimo ... un fulmine ad una ventina di chilometri chiarisce la situazione.
Sono le 13.15 e sono sbalordito dalla rapidità con cui si è sviluppato il cumulonembo, la cui base è altissima (almeno 4000 m.) e di cui non vediamo né lo sviluppo, né la sommità, solo i primi scrosci di pioggia sulle colline vicine a sud.
Le raffiche aumentano di intensità e frequenza al punto che dobbiamo caricare i delta sull'auto in tre per lo sforzo. Prima di allora non capivo come un pilota del calibro di Larry Tudor avesse potuto trovarsi in volo con dei tornado nelle vicinanze ... la rapidità di sviluppo di questi fenomeni è incredibile.
Non abbiamo più volato!!!
Ogni giorno almeno un temporale ci ha colti con rapidità veramente sbalorditive e sempre con venti impetuosi di contorno ... abbiamo fatto i turisti, visitando meravigliosi parchi naturali a sud (Arches, Bryce Canyon, etc.) sotto dei cieli meravigliosi e terrificanti (tra l'altro … sui parchi non si può volare).
Dimitri ci ha confessato che conosceva solo uno dei siti che abbiamo praticato in questi giorni: noi ospiti stranieri siamo stati un motivo di aggregazione eccezionale per il gruppo di piloti del luogo.
Normalmente loro vanno alla collinetta di Point of the Mountain e volano con delle ali intermedie.
Riflettendo sulla situazione è evidente che non è banale avere a disposizione un mezzo come il SUBURBAN (indispensabile per il tipo di strade verso i decolli) ed un recuperatore che sacrifica il proprio volo per evitare un viaggio di 3 ore su e giù dal decollo, con un altro autoveicolo simile.
In più c'è da dire che le limitazioni al volo libero in questo paese sono notevoli: 3 milioni di abitanti in un territorio vasto 2/3 dell'Italia (di cui 1,5 nella capitale) significano un numero di piloti trascurabile, moltissimi parchi naturali, CTR immensi, poche strade che portano in alto verso i possibili decolli, zone militari e sperimentali con divieto di sorvolo e grandissimi spazi senza vie di comunicazione.
Non ultime, le condizioni meteo, eccezionali nel bene e nel male.
Il tutto stona incredibilmente con le potenzialità della zona che, secondo me, non ha nulla da invidiare ad Owens Valley (… che però conosco solo mediante le letture sulle riviste ).
L'Utah è veramente un luogo straordinario e di giorni trascorsi con Dimitri sono stati fantastici;
penso spesso ai "casi" della vita che ci conducono ad esperienze straordinarie e memorabili.
Grazie Dimitri!!
Fantastici voli a voi tutti
Ennio delle Ratevuloire
|
|